Aleksei Naval’nyj e le ultime dichiarazioni prima della condanna
Il 1° aprile 2022 inizia il processo contro quattro redattori dalla rivista studentesca “Doxa” in quel momento vietata in Russia. Prima che venga emesso il giudizio, gli imputati hanno la possibilità di parlare.
Questo uno stralcio delle ultime dichiarazioni di Aleksei Naval’nyj:
“Approfitto, perciò, di questa mia ultima dichiarazione per annunciare ufficialmente a chi crede che in virtù di questo mio lungo isolamento la Fondazione anticorruzione si fermerà, chiuderà, rallenterà i lavori e andrà in malora (o chissà cos’altro), che tutto questo non accadrà mai. Lo dico perché c’è chi spera che chissà quali disastri la colpiranno una volta emessa la sentenza che mi riguarda. E invece no! Non solo la Fondazione non si fermerà, ma avrà piuttosto una portata globale. Ne faremo un’organizzazione internazionale che il [Roskomnadzor – microfono silenziato] e il Cremlino provvederanno subito a schedare, ma che sarà ancora più grande e più forte. Faremo ancora più video e ancora più indagini, e smaschereremo un numero ancora maggiore di persone che impediscono al nostro Paese di vivere. Ragion per cui la Fondazione anticorruzione non farà che crescere, fino a diventare internazionale. E veniamo a questo processo. Ha una peculiarità importante: è molto diverso da tutti gli altri. Non per questioni procedurali, né perché si svolge mentre sono in carcere, e nemmeno per la pena spropositata che è stata richiesta. Anche perché, Vostro Onore, con tutto il rispetto, il record del processo celebrato presso il tribunale di Chimki resta imbattuto. Là avevo sopra la testa i ritratti di Ežov e Jagoda. Ed è stato pazzesco. Voi non potete che arrivare secondi. Questo processo, però, ha una peculiarità senza paragoni possibili. E cioè non interessa a nessuno. Non che non abbia pubblico, no, ma com’è ovvio, con la [guerra – il microfono viene silenziato] l’interesse scema. E difatti l’ufficio del presidente ha scelto apposta il momento in cui celebrarlo, perché con la [guerra – a questo punto il microfono viene silenziato e poi spento per un po’]…”
La sentenza viene emessa il 12 aprile 2022, con la condanna di tutti e quattro i redattori a due anni di servizi sociali.
Proteggi le mie parole
Proteggi le mie parole, uscito in Italia per Edizioni E/O, raccoglie le ultime parole pronunciate dagli oppositori al regime di Putin prima di essere condannati. Tra queste, anche quelle del più noto di tutti: Aleksei Naval’nyj.
Aleksei Naval’nyj: una vita per la libertà
L’oppositore russo Aleksej Navalnyj è morto nella prigione dove stava scontando una pena di 19 anni. Lo hanno annunciato i servizi carcerari russi (Fsin).
“Il 16 febbraio 2024, nel centro penitenziario numero tre, il prigioniero Navalnyj A.A. si è sentito male dopo una passeggiata (…). Si stanno accertando le cause della morte”, ha scritto in un comunicato stampa il Fsin della regione artica di Jamal. Alla vigilia delle elezioni presidenziali che si terranno dal 15 al 17 marzo, viene eliminato definitivamente il principale oppositore di Putin.
Naval’nyj era a capo del partito “Russia del Futuro”, fondatore della “Fondazione Anti-Corruzione e presidente della “Coalizione Democratica” che aveva co-presieduto con Boris Nemcov (assassinato nel febbraio 2015 a un passo dalle mura del Cremlino).
I tentativi di metterlo a tacere
Molteplici sono stati i tentativi di ucciderlo. Nel 2017 era stato attaccato con una vernice tossica (Zelyonka) perdendo l’80% della vista dall’occhio destro. Nell’agosto del 2020 era stato avvelenato mediante un agente nervino (Novichok) mentre si trovava su un aereo che lo riportava a Mosca dopo un turno elettorale in Siberia. In quell’occasione si salvò per miracolo e fu curato in Germania. Una volta guarito fece ritorno in Russia, venne subito arrestato, condannato e costretto in luoghi di detenzione sempre più duri e isolati. L’ultima condanna, il 26 settembre 2023, in Corte d’Appello a porte chiuse e con Naval’nyj collegato in video dal luogo di detenzione, aveva confermato i 19 anni da scontare nella colonia penale di massima sicurezza IK-6 nel villaggio di Melekhovo.
Il ricorso dei suoi avvocati, previsto il 18 dicembre 2023, era stato rimandato al 16 gennaio 2024 ma poi Navaln’nyj era “sparito” per tre settimane per poi “ricomparire” nella colonia penale siberiana dove è morto.
Aleksei Naval’nyj: una lotta fino all’ultimo dei suoi giorni
La morte di Naval’nyj, un uomo molto coraggioso, intelligente e preparato, toglie a Putin l’avversario forse più pericoloso. Le sue campagne di denuncia hanno smascherato la corruzione di Putin e degli uomini che lo circondano e sostengono, i suoi video che hanno mostrato le ricchezze esagerate del dittatore e la violazione costante dei diritti umani e non ultima la denuncia della feroce guerra all’Ucraina.
Naval’nyj ha combattuto fino all’ultimo: da pochi giorni, attraverso il sito “neputin.org” aveva lanciato la Campagna del fondo anticorruzione contro Putin-2024 per contrastare con ogni mezzo la rielezione di Putin. Una morte che è un omicidio di stato.