Mara:una donna del Novecento
Mara è nata nel 1920 e ha 13 anni quando comincia questa storia. Vive vicino a largo di Torre Argentina. Il papà è bottegaio, la mamma casalinga. Ha un’amica del cuore, Nadia, fascista convinta, che la porta a sentire il Duce a piazza Venezia. Le piace leggere e da grande vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista. Tanti sogni e tante speranze la attraversano: studiare letteratura latina, diventare bella e indipendente come l’elegante zia Luisa, coi suoi cappellini e il passo deciso e veloce. Il futuro le sembra a portata di mano, sicuro sotto il ritratto del Duce che campeggia nel suo salotto tra le due poltrone. Questo è quello che pensa Mara, e come lei molti altri italiani che accorrono sotto il Suo balcone in piazza Venezia. Fino a che il dubbio comincia a lavorare, a disegnare piccole crepe, ad aprire ferite. Tra il pubblico e il privato la Storia compone tragedie che riscrivono i destini individuali e collettivi, senza eccezioni. Quello che resta è obbedire ai propri desideri: nelle tempeste tengono a galla, e nei cieli azzurri sanno disegnare le strade del domani.
“Sono pronta,non vado neppure a controllare allo speccho. Camicetta bianca stirata benissimo,senza una piega,le scarpe lucide,i pantaloni corti neri mi stanno ancora bene,sono più aderenti dell’anno scorso,ma non importa,i capelli stretti in una treccia.Oggi pomeriggio libero,raduno,ginnasica,farò la ruota almeno dieci volte.”
E’così che inizia il romanzo di Ritanna Armeni. La storia per essere compresa deve essere vissuta empaticamente,non bastano date e avvenimenti per ricostuire un tempo così delicato.Occorre aprirsi uno spiraglio per guardare fuori e dentro gli eventi.In una parola,per viverli. Ed è proprio attraverso le parole di Mara che il lettore viene preso per mano,alla scoperta di un tempo che ci fa paura che sentiamo così lontano ma che purtroppo è così vicino a noi.
Mara:una storia di donne
Mara è uno straordinario racconto sulla vita delle donne,vita che spesso si incrocia con quella degli uomini, ma non è quella degli uomini. Mara e Nadia sono due adolescenti innamorate di un ideale e di chi ,quell’ideale lo incarna:il Duce.
Abbiamo visto il Duce, innanzitutto, che ha pronunciato un discorso magnifico. È straordinario, forte e buono, il suo volto dà fiducia, quando fa il saluto romano strappa un urlo di gioia. Il grido «Duce, Duce» viene proprio dal cuore
E ancora
Il Duce ha dimostrato ancora una volta di meritare la nostra fiducia e il nostro amore. Sì proprio l’amore. Non si può non avere trasporto e un sentimento intenso di devozione per chi ci protegge, ci guida e ha così a cuore il nostro benessere e la nostra felicità.
E’ al Duce che le due ragazze ripongono tutte le loro speranze giovanili,loro come tutte le donne fasciste. Effervescenti e appassionate,con la freschezza e l’energia che possono dimostrare i giovani, quando sono guidati e indirizzati. Non fanatiche, e mai lo saranno, ma manipolate dal regime.
Il fascismo finalmente VEDE le donne.
E questo sembra bastare,almeno per un pò.Anche se non hanno i pieni diritti degli uomini, si affacciano timidamente nella società. Possono lavorare ,anche se pagate un terzo degli uomini,ricoprendo incarichi maschili.Diventano campionesse di sport… possono uscire in calzoncini e partecipare alle sfilate.
Tra le donne del romanzo c’è zia Luisa: elegante, colta, è un esempio a cui ispirarsi.È una fascista convinta. Sarà una donna che non abdica, ma che non rinuncia al suo pensiero di analisi e critica. Ed è questo il più grande insegnamento che trasmette a Mara: adesione ad un’ideologia-il fscismo- senza rinunciare a pensare con la propria testa.Sarà quello che consentirà a Mara di cercare la propria strada e di andare avanti.
I protagonisti maschili nel romanzo ci sono e sono in genere peronaggi positivi e addirittura affettuosi .Con una loro soffusa dignità, rimangono sullo sfondo e costituiscono il fondale di un palcoscenico in cui le attrici, sono le donne. Esattamente all’opposto della logica fascista.
La caduta del velo
“A mettere fine al fascismo è la fame”. E’quello il motivo per cui cade il velo sopra gli occhi delle donne del Ventennio. La guerra dura troppo, le donne finiscono schiacciate da quella dittatura che le aveva illuse libere. Le strade delle tre protagoniste si separano. I sogni di Mara di andare all’Universià e di diventare scrittrice si scontrano con la storia,scaraventandola in un attimo nella vita adulta. Metterà da parte il suo quaderno da scrittrice e accetterà un lavoro al Ministero. E questo non senza un conto da pagare:
Non c’era più la ragazza fiduciosa che contava su una robusta rete di protezione. I comportamenti, i gesti, le parole di chi era accorso nella stanza si rivolgevano già a un’altra Mara. Gli impercettibili ma concreti equilibri che regolavano i rapporti, i sentimenti, si erano modificati. La morte rimaneva garbata ma produceva cambiamenti veloci.
Si rifugerà nei pensieri felici, nei ricordi,nelle speranze, nelle letture :gli unici antidoti alla paura:
(…) Poi nella sede del Ministero ho scoperto la biblioteca, grande e meravigliosa come quelle che immaginavo durante la mia adolescenza. Ho cominciato a frequentarla per le ricerche che il professore mi ha affidato e si rivelata una fonte di felicità. Posso accedere liberamente, prendere i libri che voglio, romanzi, racconti, poesie, mi è consentito anche di portarli a casa. Dumas, Deledda, Simenon, Verga, Dickens si alternano ai miei amati poeti latini e greci.
Mara e Nadia:storia di un’amicizia
L’amicizia di Nadia è importante per Mara. Nadia è una giovane donna decisa e pronta a sacrificare tutto per ciò in cui crede, il suo amato Duce,che proteggerà fino alla fine.Grazie alla sua passione,indicherà a Mara una strada. Nadia insegnerà a Mara che si devono sempre seguire i propri sogni e i propri desideri,anche a rischio di sbagliare, e di sbagliare molto, come accade a lei. L’amicizia fra le due ragazze rimane forte anche quando le loro vite si separano:è un’amicizia vera basata sulla fiducia che fa sì che nessuna delle due possa condannare le scelte dell’altra.
Il dramma razziale
Il dramma razziale è raccontato con una forte valenza intima.Si consuma nello spazio quotidiano della cucina in cui i vicini ebrei della famiglia di Mara confessano di lasciare l’Italia, perché non si sentono più sicuri e ben accetti. Sul momomento,la madre di Mara non riesce a comprendere ma poi dovrà ricredersi quando, con l’occupazione nazista, l’applicazione delle leggi razziali diventa più feroce.
In “Mara” la Storia è sempre presentata nella sua veste più intima ,quotidiana e normale. E’proprio la normalità che rende il racconto più crudele.E’ la normalità che restituisce la Storia nella sua veste più vera.Mara e Nadia non hanno niente di eccezionale:sarà la loro ordianarietà a renderle straordinarie.
Mara:tra storia e storiografia
La scrittrice procede su due binari che scorrono paralleli:la vita di Mara e la storia del Ventennio fascista. Con interventi storiografici,contrassegnati dal cambio di carattere in corsivo,la Armeni ripercorre il Fascismo dei primi anni, un Fascismo che appare eccitante,dirompente e che si insinua nelle pieghe della vita di tutti.Il lavoro di ricostruzione storica è uno dei punti di forza del libro,una ricostruzione che dal particolare (le donne) arriva a sfociare nell’universale(il fascismo),facendoci vivere il lato più subdolo di quel periodo tanto doloroso.